Come richiedere il rimborso dell’Iva

Il rimborso dell’ Iva è un indennizzo che si applica solo a chi possiede una partita Iva. In questo caso, si possono ottenere in detrazione le spese sostenute con quest’ultima. Anche se non è necessario pagarla, in quanto sostituto di imposta, purtroppo per qualsiasi spesa, si è costretto a saldarla.

A fine anno, oppure dopo un tot di mesi, è possibile richiedere al commercialista di farci ottenere il rimborso dell’Iva tramite detrazione, come spiegato in questa guida.

Rimborso dell’Iva anno 2016

Il rimborso della tassa per il 2016 si richiede con il modello 2017. Chi ha sostenuto delle spese e ha pagato l’Iva nel 2016, deve verificare di non aver chiesto il rimborso dell’Iva trimestrale.

In questo caso, il rimborso si richiedeva usando il modello TR dell’Agenzia delle Entrate. Il modello si usa quando si richiede un rimborso del credito dell’Iva con un credito vantato di almeno 2582,28 Euro, secondo la circolare del 21 Marzo 2016.

La novità era l’aumento delle soglie di compensazione (fino al 10%) e il fatto che non venivano chiesti troppi documenti come garanzia per rimborsi inferiori ai 30.000 Euro.

In questo caso, però, era compito di chi aveva diritto richiedere il rimborso Iva infrannuale nei tempi giusti. Chi non lo ha fatto, dovrà chiedere a un esperto se può comunque chiedere il rimborso dell’Iva annuale in questo periodo.

Come richiedere il rimborso dell’Iva per il 2017

Vediamo quali sono i requisiti per poter fare una domanda di rimborsodell’Iva per il 2017. Possono chiedere il rimborso sia le persone che hanno chiuso l’azienda, sia chi ha ancora l’attività, ma con modalità diverse.

Chi ha chiuso l’attività può fare domanda, a patto di avere un credito dell’ Iva superiore ai 10,33 Euro.

Attenzione: la normativa è cambiata, quindi fino a 30.000 Euro, non sarà necessario dare nessuna garanzia.

Chi ha l’attività in piedi, deve vedere se vanta un credito di almeno 2582,28 Euro. Se sì, deve vedere se:

  • Ha tre anni di chiusura con crediti vantati. Verranno valutate le dichiarazioni fatte per quest’anno e fino a 2 anni fa;
  • Ha comprato qualcosa per fare ricerca o per studiare:
  • Ha fatto operazioni non imponibili per almeno il 25% delle spese;
  • Ha fatto operazioni non imponibili in maggioranza perché all’estero, non si trova in Italia, oppure ha in Italia solo una sede legale;

Basta uno di questi requisiti, oltre al credito, per poter fare la richiesta di rimborso dell’Iva.

Attenzione: se si riceve accertamento nei due anni prima della richiesta di rimborso e si richiede più di 30mila Euro, allora verranno chiesti dei documenti in più.

I documenti richiesti per rimborsi sopra i 30.000 euro

Quali sono i documenti richiesti per chi supera la soglia dei 30.000 Euro? Prima di tutto, chi vanta un credito inferiore ai 30.000 Euro, ma ha dei carichi pendenti, oppure si trova in una situazione di rischio, può dover presentare dei documenti, oppure dover compensare il rimborso con i debiti presenti.

Per il resto, non ci sono altri adempimenti da fare dopo la richiesta del professionista in sede di dichiarazione dei redditi. Chi, invece, deve fare richiesta del rimborso spese dell’Iva con importo superiore ai 30.000 Euro, dovrà fare:

  • Visto di conformità. Si può richiedere direttamente al CAF o al professionista abilitato. Per i modelli, è possibile dare un’occhiata al sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • DURC online. Serve la copia di questo documento che indica la solidità contributiva. E’ possibile richiederlo direttamente sulla pagina dedicata dell’INPS.
  • Dichiarazione di solidità dell’azienda. La dichiarazione si può fare direttamente al CAF o dal professionista.

Questi sono i documenti per chi ha bisogno di ottenere un rimborso a partire da 30.000 Euro e non ha rischi. Chi si trova nella stessa situazione, ma ha dei rischi, deve presentare anche delle garanzie. Lo Stato, per il rimborso, accetta in garanzia: assicurazione bancaria, titoli di Stato o altri titoli vantati da chi ha diritto al rimborso.

Attenzione: chi aveva dei rischi e li ha pagati, non deve portare garanzie.

Rimborso dell’Iva: i periodi per richiederlo

In base alle attività svolte, si può richiedere il rimborso Iva:

  • Ogni tre mesi;
  • Ogni sei mesi;
  • Ogni anno;

Se si effettua la richiesta ogni tre mesi, oppure ogni sei, non si può chiedere il rimborso annuale, perché gli importi sono già stati richiesti.

Rimborso dell’Iva estera: come funziona

Come funziona per fare istanza di rimborso dell’ Iva per UE ed extra UE?

Vediamo prima cosa succede all’interno dell’Unione Europea: se si è cittadino italiano e si ha un’azienda in un Paese dell’Unione Europea, è necessario fare richiesta di rimborso nel Paese dove l’azienda si trova.

Ci penseranno gli amministratori locali a mandare tutti i documenti in Italia. Chi, invece, si trova all’estero, ma in un Paese fuori dall’Unione Europea, deve fare istanza all’Agenzia delle Entrate. Il tutto va spedito in cartaceo tramite raccomandata all’indirizzo indicato sulla pagina dedicata al rimborso dell’Iva dall’estero.

Cosa fare per richiedere un rimborso dell’Iva split payment

Nel 2015, la legge ha stabilito che, in alcuni casi, è possibile far pagare l’Iva o alla Pubblica Amministrazione, oppure al cliente che ottiene un determinato servizio. Questo pagamento viene espresso in fattura, con un “Reverse charge”.

Ora, chi ha pagato l’Iva in questo modo, può chiedere il rimborso annuale o semestrale. In questo caso, sempre nella dichiarazione dei redditi, si puoi chiedere il proprio rimborso senza problemi.

Rimborso dell’Iva: procedura semplificata

Se si utilizza la procedura semplificata per fare la dichiarazione dei redditi, si può ottenere la compensazione (ovvero uno sconto sulle tasse in base al rimborso) fino a 5000 Euro.

In alternativa, si otterrà il rimborso in denaro. Per verificare i tempi leggere il prossimo paragrafo. Nella procedura semplificata, l’Agenzia delle Entrate inserisce i dati di cui è già a conoscenza.

Alla sezione dedicata all’Iva, è necessario verificare solo che il dato sia quello giusto e confermare con l’invio del documento. Se è stata pagata un’Iva maggiore, bisogna inserire nel campo dedicato quanto si è speso.

Se il rimborso supera i 30.000 Euro, il sito dell’Agenzia delle Entrate chiederà dei documenti in più. Basterà mandarli in copia digitale per fare tutte le verifiche. Altrimenti, la procedura va da sé senza problemi.

Per il rimborso dell’Iva sulla tassa dei rifiuti, invece, bisogna fare richiesta di rimborso al Comune ed, eventualmente, andare in causa.

La Corte di Cassazione ha stabilito che, essendo una tassa, quella sui rifiuti non prevede l’Iva. Chi l’ha pagata, quindi, non deve chiedere il rimborso con la dichiarazione dei redditi, come abbiamo visto finora, ma con una richiesta a parte a chi di dovere.

I tempi per ottenere il rimborso dell’Iva

I tempi di attesa potrebbero essere più brevi rispetto al passato. Stando a quanto detto sul sito ufficiale di Equitalia, è necessario aspettare almeno 60 giorni lavorativi da quando la pratica passa in mano a Equitalia.

In più, si devono comunque aspettare 20 giorni per le verifiche. Questo vale soprattutto per chi è soggetto alle verifiche e ha la necessità di inviare più documenti.

In ogni caso, lo Stato si è impegnato tramite la legge a velocizzare le pratiche, per fare sì che la procedura si concluda, quasi per tutti, entro 30 giorni lavorativi. Di solito, chiedere una compensazione aiuta a velocizzare le pratiche, mentre i rimborso in denaro si fanno attendere.

E’necessario ricordare diritto a un rimborso Iva pari al 100% delle spese sostenute alla voce “Iva”.

Se, superati i 30/60 giorni, non si sa nulla sul rimborso, consigliamo di fare una richiesta di informazioni tramite le associazioni dei consumatori. E’ possibile verificare la propria situazione sul profilo personale nel sito dell’Agenzia delle Entrate.

Consigli utili

Per richiedere il  rimborso dell’Iva, è necessario verificare sempre di avere tutti i documenti delle spese e delle dichiarazioni degli ultimi 3 anni. Se si ha un’azienda, è fondamentale che tutte le fatture siano al loro posto, altrimenti si rischia di perdere il proprio rimborso, anche se ne se ne ha diritto.

In ogni caso, assicurarsi che alcune tasse siano pagate vale di più che ottenere un rimborso in denaro. Se si hanno dei debiti, il consiglio è di sfruttare il rimborso per pagarli, in modo da ottenere lo stesso più velocemente.

Chi ne ha diritto, potrà comunque richiedere in proprio con la dichiarazione con la procedura semplificata il rimborso in denaro. Anche chi si rivolge al CAF o ai professionisti abilitati può farlo.

Il rimborso può arrivare via bonifico, oppure con vaglia postale. Risulta difficile che l’Agenzia delle Entrate paghi con uno strumento non tracciabile come l’assegno.

Nel caso sia possibile, cercare di semplificare il lavoro di chi deve fare i conti:se si è coscienti che il rimborso dell’ Iva comincia a essere consistente, soprattutto con imprese con dipendenti, richiedre il rimborso ogni tre mesi per non perdere documenti inutilmente.

Per saperne di più

Purtroppo, gli importi dei rimborsi dipendono dalle situazioni. Se si teme di sbagliare e/o si vuole saperne di più, consigliamo di rivolgersi a professionisti in grado di fare i conti senza errori.

Ottenere un rimborso con una richiesta sbagliata è davvero una missione impossibile. Purtroppo, quando si parla di Pubblica Amministrazione, i rimborsi arrivano davvero con molta calma.

Non bisogna scoraggiarsi e, soprattutto, non fare due richieste di rimborso., altrimenti si rischia di dover rimborsare lo Stato per via di due richieste di risarcimento approvate entrambe per errore.

Con la procedura semplificata, tutto sembra più semplice. Consigliamo di verificare bene ogni voce della dichiarazione, per evitare errori e ottenere reali possibilità di rimborso.

L’Agenzia delle Entrate è presa d’assalto nel periodo delle dichiarazioni. E’ importante fare in modo che tutto sia in regola e cercare di verificare se si ha diritto al rimborso dell’Iva o ad altri rimborsi prima che la situazione diventi esasperante per via delle file.

Per fortuna, i siti sono stati aggiornati, quindi è possibile ottenere una soluzione anche consultando le pagine dedicate dei siti ufficiali. E’ possibile tutelarsi oltre ai siti relativi alle compensazioni e al lavoro delle aziende dal punto di vista fiscale.

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